Il giornale dell’energia (Bari), 6-12 novembre 2006, p. 46-56
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Doveva avere una bella fantasia quello --- fosse il caso, o un dio, o chi vi pare --- che ha deciso di formare la vita (così come la conosciamo) su una scheggia solida di quell’infinità di materia che occupa gli spazi celesti. Bisognava prima di tutto che la scheggia, che avremmo chiamato pianeta Terra, fosse ad una distanza giusta da una fonte di calore, il Sole. Una distanza che permettesse alla Terra di essere abbastanza calda --- ad una temperatura di circa 300 gradi Celsius superiore a quella dei freddissimi spazi interplanetari --- ma non troppo calda. Per dar luogo alla vita bisognava, infatti, che sulla Terra l’acqua si trovasse prevalentemente allo stato liquido, e per far questo occorreva che la Terra fosse circondata da uno strato di gas capace di filtrare una parte della radiazione solare incidente e capace di trattenere sulla superficie della Terra una parte del calore. Bisognava, in altre parole, che la superficie della Terra avesse e conservasse una temperatura media di circa quindici gradi Celsius.