lunedì 29 agosto 2011

Se dipendesse da me

Quale Stato, 10, (2/2005), 113-122 (Aprile-giugno 2005)
http://www.unimondo.org/Notizie/Se-dipendesse-da-me-di-Giorgio-Nebbia

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

L'acqua è un bene collettivo; anzi è un bene pubblico; o meglio è un bene comune; l'acqua non è una merce; anzi l'acqua non è neanche un bene economico. L'ha scritto Adamo Smith nel IV capitolo del I libro delle "Ricerche sopra la natura e le cause delle ricchezze delle nazioni" (1776): "Nulla è più utile dell'acqua, ma difficilmente essa serve ad acquistare qualche cosa, perché nulla o quasi si può ottenere in cambio dell'acqua". Ha detto sostanzialmente le stesse cose David Ricardo nel II capitolo dei suoi "Principi dell'economia politica" (1817): "In base ai principi comuni della domanda e dell'offerta nulla può essere dato per l'uso dell'aria e dell'acqua o di quale si sia altro dono della natura, di cui esiste una quantità illimitata. Il fabbricante di birra, il distillatore, il tintore, per la produzione delle loro merci fanno uso incessante d'aria e d'acqua, ma queste non hanno prezzo perché illimitata ne è la provvista".

venerdì 19 agosto 2011

Crescita di che cosa ?

La Gazzetta del Mezzogiorno, mercoledì 8 agosto 2011

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Due vite parallele a migliaia di chilometri di distanza. Un ingegnere nordamericano, Jay Forrester (nato nel 1918), specializzato nella progettazione dei calcolatori elettronici, docente nel prestigioso Massachusetts Institute of Technology, stava utilizzando, già negli anni cinquanta, i calcolatori per risolvere dei problemi di previsione. Per esempio come cresce la produzione industriale in seguito alla crescita o alla diminuzione dei soldi disponibili; come la mobilità in una città è influenzata dalla crescita del numero degli abitanti, delle automobili o dei mezzi di trasporto pubblico. Forrester aveva chiamato “dinamica dei sistemi” lo studio dei rapporti fra fenomeni il cui cambiamento può essere previsto mediante equazioni matematiche differenziali. Per inciso, equazioni simili erano già state usate trent’anni prima, per descrivere come aumentano le popolazioni animali, dagli studiosi di ecologia, un esempio della unità dei fenomeni dell’economia e dell’ecologia. Forrester aveva pubblicato libri di grande successo come “Industrial dynamics” (1961) e “Urban dynamics” (1969).

martedì 9 agosto 2011

Apologia dello scarabeo

Georgofili Info, 15 giugno 2011
http://www.georgofili.info/detail.aspx?id=466

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Si parla tanto di raccolta differenziata, di riciclo dei rifiuti, e vengono proposte sempre nuove tecniche e si moltiplicano le imprese dedicate al trattamento dei 140 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, speciali e pericolosi che ogni anno si formano in Italia nei processi di produzione e di uso delle merci. Per la ineluttabile legge della conservazione della massa, ogni materia che entra nel ciclo delle merci, alla fine si deve ritrovare, pur modificata nella composizione chimica e fisica, da qualche parte, un po’ sotto forma di merce utile, un po’ sotto forma di “merci negative”, cioè di rifiuti: circa quattro chili di rifiuti per ogni chilo di merce venduta. Il ciclo delle merci “economiche” non è diverso da quello dei processi di trasformazione, “merceologici” anche loro, che si verificano in natura, con la differenza che tutte le materie che contribuiscono alla vita vegetale e poi animale, tornano, prima o poi, nella natura e vengono riutilizzate per generale altra vita. La natura opera, cioè per “cicli chiusi”, non conosce rifiuti e neanche la morte perché le spoglie vegetali e animali, dopo aver svolto la loro funzione, ridiventano fonti di vita.